lunedì 27 ottobre 2008
Learning by doing
Quello che pensa di sapere tutto ancora prima di cominciare, interrompe continuamente la lezione contestando ogni affermazione e la settimana successiva, quando ti sei preparate tutte le risposte, non si presenta;
quello che pensa di sapere tutto e invece non ha capito niente e sotto sotto ci godi a dimostrargli che tu hai ragione e lui ha torto, così impara a contestare l'autorità;
quelli che effettivamente hai l'impressione ne sappiano già più di te;
quelli troppo carini, che ti viene voglia di tornare fresher solo per loro;
quella in carrozzella con gli arti un po' spastici, con cui non sai come relazionarti;
quella che ce la mette tutta, ma a calcolare l'elasticità proprio non ci riesce;
quella che quando gli fai una domanda ti fissa muta e non sai se non risponde per ignoranza, maleducazione, se perché ti odia, perché odia il mondo o odia se stessa;
quelli che quando parlano non capisci una parola;
quello che non viene a lezione perché ha l'allenamento di basket ma ti scrive una mail per avvertirti, pensando che basti;
quelle che le confondi l'una con l'altra;
quello con i capelli rosso fuoco;
quelli con in nomi incomprensibili e impronunciabili;
quello che sembra uscito da un romanzo giallo che hai letto qualche anno fa;
quello nato a Hong Kong, quella dello Sri Lanka, quelli italiani, tedeschi, svedesi, statunitensi; quelli che vengono dalla Nigeria, dal Giappone, dalla Cina, dall'Armenia, dall'India, dal Bangladesh e dal Medio Oriente;
quelli col passaporto britannico, quelli col doppio passaporto e quelli con problemi di visto;
quelli che hanno sempre qualcosa da chiedere;
quelli che ti chiamano Miss e quelli che ti chiamano per nome;
quelli che vogliono sempre stare al centro dell'attenzione, ti fanno ridere e poi fai fatica a ristabilire le distanze.
Da tutti c'è da imparare. E per fortuna la prossima settimana non c'è lezione.
 
posted by Chiara at 22:28 | Permalink | 1 comments
martedì 14 ottobre 2008
Frammenti di senso
Sono confusa, per questo non scrivo più. Molte piccole cose accadono e non sono ancora riuscita a dare un senso a tutti i frammenti. Cerco l'unitarietà degli eventi, un segno che sto andando nella direzione giusta. Mi rubano la bicicletta e invece di prendermela penso che la cosa mi fa sentire un pò più londinese (non che le biciclette a Firenze non le rubino...). La mia coinquilina mi ha invitato a partecipare ad una specie di corso introduttivo alla religione cristiana che fanno uguale in tutto il mondo e apparentemente è molto popolare tra i giovani (già il nome è tutto un programma: alpha course, si chiama): partecipazione gratuita, comprensiva di cena in locale alla moda nel centro di Londra, poi lezioncina sul tema della serata (tipo "is there more life than this?") e discussione in piccoli gruppi. Ci andrei, se non altro a scopo di ricerca sociale. Indipendentemente dall'essere credente oppure no, mi chiedo se sia una strategia intelligiente per riportare la religione nella vita delle persone o un modo un pò superficiale per convincere le nuove generazioni che non si devono vergognare ad avere un pò di principi (una tendenza che mi sembra parecchio marcata in questo paese). Anyway, per fortuna altri impegni si sovrapporranno ed avranno la precedenza su questo.
Aspetto risposte a mail che non arrivano. Alcune sono triviali, e pazienza. Altre dovrebbero contenere informazioni necessarie, e va un pò meno bene. In entrambi i casi, si tratta di silenzi che non comprendo.
Ho trovato il modo di dare un senso compiuto agli infinit ghirigori che disegno ovunque nei momenti di concentrazione o di agitazione emotiva: invece di disegnare fiorellini scrivo l'alfabeto Devanagari, quello in cui è scritto l'Hindi. Il problema è che per il momento non ho la minima idea del significato di quello che scrivo.
In modo totalmente inaspettato mi offrono di essere pagata per fare cose che fino ad ora ho fatto a titolo di volontariato. Era l'ora, mi vien da dire. Forse è la ricompensa per aver deciso di esporre il fianco alla soas, quest'anno. Darò il mio contributo in un forte accento italiano, accompagnato da una valanga di sciocchezze.Ma credo di averci solo da guadagnare; a tornare nell'anonimato sono sempre in tempo.
Più di tutto, sto cercando di affrontare il passaggio dall'altro lato della cattedra con serenità. Forse la faccio troppo lunga, ma ancora mi devo abituare all'idea di essere pagata per trasferire conoscenza. Mestiere che può dare grandi soddisfazioni, ma anche minare le tue più profonde certezze. Farti sentire molto utile o il più grande idiota sulla terra. Non ho intenzione di sbilanciarmi sul tema, per il momento. Basti sapere che mi ritrovo a difendere da attacchi maldestri una disciplina di cui (ri)conosco limiti e potenzialità e che gli attacchi vengono da chi quella disciplina la dovrebbe insegnare. E che ho il terrore di veder nascere su facebook il soas group per "the tutor for IEA sucks".
Ecco, direi che di unitarietà se ne vede poca, ma se non altro rispetto al precedente post sono tornata a concentrarmi sulla realtà.
 
posted by Chiara at 23:31 | Permalink | 1 comments