venerdì 29 febbraio 2008
Il caffellatte danneggia la batteria
Di prima mattina, appena alzata, ho combinato una di quelle cazzate per cui a casa l'intera famiglia mi avrebbe infamato per una settimana. In assenza della famiglia mi sono infamata da sola, mentre pulivo il muro e la moquette dal caffellatte, e lo farò se la batteria del computer, dopo opportuno trattamento (donna Tina consiglia di mettere l'oggetto elettronico in sacchetto ti plastica con sale e poi mettere tutto in freezer per un pò-pare che con i cellulari funzioni), non tornerà a vivere.
Ho la vaga impressione che per evitare ulteriori disastri dovrei tornarmene subito a letto. Invece mi toccano due ore di econometria con un prof che dalla prima lezione di ottobre ad oggi si è presentato tutti dico tutti tutti i venerdì con la stessa polo giallo canarino, si porta sempre dietro una scorta di gessetti, pennarelli, gomme da cancellare (ma che te ne fai di 15 gomme da cancellare? a me una mi dura tipo 5 anni) che esibisce sulla cattedra e a fine lezione si beve tutto composto un succhino di frutta. Forse dovrei proprio tornare a letto.
 
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giovedì 28 febbraio 2008
Links
Stasera avevo voglia di scrivere qualcosa, ma il mio livello di creatività è impostato sulla funzione "lettura di abstracts e conclusions di articoli noiosi in modo da poterli citare nella literature review" con livello di potenza "facilmente distraibile". Quindi non mi è venuto in mente niente di meglio che aggiungere un paio di link: a un blog su Firenze (piuttosto inutile per me, al momento) e all'oroscopo di Internazionale (e io non credo agli oroscopi). Troppo lungo e forse noioso spiegare perchè ho scelto questi due, diciamo che mi sembrava si intonassero con l'arredamento.
 
posted by Chiara at 00:15 | Permalink | 0 comments
sabato 23 febbraio 2008
Che c'entra la Famiglia Addams con il Chiapas
Londra raccoglie una vasta e bizzarra umanità che tende ad incrociare la tua vita quando meno te lo aspetti. Per non parlare del fatto che finisci sempre per scoprire che questa umanità ha un qualche tipo di connessione con te e il tuo passato. Ieri ero a una festa in maschera (io le odio le feste in maschera, tanto più se fuori dal Carnevale) e dopo il malese (pelato) con parrucca biondo platino e occhiali a mosca e l'inglese di 198 cm (notevole, but with a crush per la ragazza di Hong Kong che vive su una barca ed è vestita da topo) che con una spada Samurai sulla schiena pretende di essere Hero Nakamura (ma viene immediatamente ribattezzato Ben Hur), compare sull'ingresso la famiglia Addams al completo che parla col più sguaiato accento romanesco. Dopo poco Gomez e Mortisia (che si chiama Blum or something like that, è decisamente anoressica e sembra uscita da un film noir) si ritirano in bagno insieme; il cugino It ci prova con tutte, ma dato il costume ha davvero poche speranze; zio Fester tenta di capire se il malese è etero o no, ma quando questo sostituisce la parrucca bionda con le orecchie da topo, perde ogni interesse (in effetti il risultato assomiglia a "Prof", il topo bianco che vuole conquistare il mondo nella serie di cartoni animati della Warner Bros).
Dopo un pò viene fuori che la Famiglia Addams e la padrona di casa si conoscono perchè sono cresciuti nello stesso condominio e tutti quanti conoscono una delle ragazze che ho incontrato in Chiapas e che mi ha ospitato per un pò a San Cristobal.
Allora penso che per fortuna non sto scappando da niente e non ho nulla da cui nascondermi, perchè se anche così fosse, non avrei comunque nessuna possibilità di trovare un posto al mondo dove persone, fatti e ricordi non continuino a mescolarsi e sovrapporsi, a far riaffiorare il passato e dargli un'altra forma e significato.
 
posted by Chiara at 12:55 | Permalink | 0 comments
martedì 19 febbraio 2008
Dovrei indossare calzini a righe domani?
Domani passo dall'altro lato della cattedra e mi chiedevo se i calzini colorati a righe che indosso usualmente siano indicati per l'occasione. Gia' che la mia coinquilina l'altro giorno mi ha detto "don't worry, students will participate to the discussion, they won't be afraid...you're not scary at all". Non vorrei peggiorare la situazione. Vorrei poter incutere un po' di timore (almeno allo stesso livello di quello che loro incutono a me). Ma mi sa che se indosso calzini a righe non ho proprio chanche.
D'altra parte a pensarci il mio supervisor indossa spesso calzini a righe colorate che mostra generosamente a tutti stando a sedere a gambe incrociate sulla cattedra e questo non sembra intaccare la sua autorevolezza.
Allora la domanda e': il grado di autorevolezza di un docente e' una funzione del tipo di calzino indossato (con calzini colorati a righe aventi un effetto positivo e significativo) oppure questa variabile non spiega proprio un bel niente?
 
posted by Chiara at 19:09 | Permalink | 3 comments
domenica 17 febbraio 2008
Westminster bridge by bike
Yes, I did it. Mi sono comprata la bicicletta. E' da quando sono arrivata che meditavo di farlo ma ero un pò spaventata dal proverbiale tempo di cacca di questo paese. Solo che quest'inverno è tutt'altro che spiacevole e da 10 giorni splende un sole ostinato. Così mi sono decisa, con la scusa di andare a dare solo un'occhiata, sono uscita dal negozio di second-hand bikes in Elephant&Castle pedalando tutta contenta verso Holborn. Poi la sera sono andata da Russel Square a Charing Cross Hospital (tra Hammersmith e Fulham) e da lì a casa, per un totale di quasi due ore. Ho pedalato attraverso Oxford Street e Notting Hill, costeggiato Hyde Park e i giardini della regina, ho sfilato sotto il Big Ben e mi sono goduta il London Eye vestito di viola per il sabato sera. Ho capito finalmente la geografia di questa città e verificato che con un pò di attenzione si può guidare anche tenendo la sinistra. Sono tornata a casa che ero un ghiacciolo, ma tutta entusiasta.
Quando si dice che a volte basta poco per essere contenti.
 
posted by Chiara at 15:51 | Permalink | 1 comments
sabato 16 febbraio 2008
L'anno della zucca
A casa mia sai che e' arrivato l'inverno perche' mia mamma si mette a cucinare il risotto con la zucca, che le viene una meraviglia. Uno dei miei primi esperimenti culinari londinesi e' stato proprio con questo simpatico ortaggio arancione, con risultati solo piu' o meno accettabili. I gusti e i giudizi sono pero' sempre relativi e l'introduzione di questo ortaggio e di questa ricetta in Olney Road hanno scatenato un entusiasmo che da novembre non si e' ancora interrotto. Circa ogni due settimane c'e almeno una di noi che cucina risotto con la zucca, e visto che ne facciamo sempre in quantita' industriali, questo alimento non manca quasi mai nella nostra dieta settimanale. Al momento ho appena finito di spiegare via chat a Tina come cucinare la zucca col pomodoro, altro esperimento materno che personalmente adoro ma che francamente non pensavo potesse interessare a nessun'altro, tanto meno a un'anglo-cinese...
Mi chiedo se la spiegazione sia che in fondo speriamo tutte che una di queste sere all'ortaggio spuntino le ruote e gli scarafaggi contro cui lottiamo quotidianamente (no panic, la disinfestazione e' gia' cominciata) si trasformino in destrieri bianchi...
 
posted by Chiara at 19:59 | Permalink | 1 comments
mercoledì 13 febbraio 2008
Le apparenze ingannano
Una riunione-cena di un gruppo di ricerca a casa di un professore, che è anche uno dei più autorevoli marxisti a livello internazionale (non che ce ne siano molti a giro). Ti aspetti una cena sofisticata o molto british food, una casa disordinata e piena di libri polverosi, cimeli di una vita sparsi ovunque, personaggi improbabili.
Sarà che a destinazione ci sono arrivata a bordo di una macchinina elettrica arancione non più grande di un cassonetto della spazzatura ma in grado di ospitare quasi comodamente quattro ragazze e un paio di zaini; sarà che durante il tragitto particolari, aneddoti e pettegolezzi sono stati svelati. Ma quello che ho trovato non c'entra quasi nulla con l'immagine che mi ero fatta.
Un ospite timido, gentile e riservato; una bimba bionda che si è addormentata sul divano sotto una coperta rosa mentre la riunione procedeva; una moglie molto più giovane del marito. Una casa grande con un salone con due caminetti, ma mura quasi spoglie ad eccezione di disegni di mano infantile e foto di una sorellina di due anni che già non c'è più; sugli scaffali un pò di libri -ma mica tanti- di vario argomento (dai Sette pilastri della saggezza alla cucina ebraica) videocassette di cartoni animati, sul frigo calamite colorate. La maggior parte dei presenti si rivela essere italiana e di genere femminile e nonostante questo mi ritrovo a pensare che il gender bias è proprio duro da abbattere.
Torno a casa con le idee confuse, scoraggiata all'idea di dover attraversare tutta una serie di passaggi che speravo di potermi evitare e al constatare che certe dinamiche sono le stesse in tutto il mondo, incredula e invidiosa della capacità di certe persone di tenere separata la vita privata da quella professionale, infastidita da una solitudine che non mi so ben spiegare.
 
posted by Chiara at 00:47 | Permalink | 0 comments
lunedì 11 febbraio 2008
A good week-end
Non che fosse iniziato bene, il venerdì sera. In a bad mood, mi faccio 40 minuti di metro fino a East Acton verso una cena ad alto tasso di italianità, per ricordarmi solo una volta arrivata che il mio ospite ha di recente cambiato casa e che io mi sto dirigendo spedita e soddisfatta della mia puntualità al suo vecchio indirizzo.
No panic, la nuova casa non è lontana, solo qualche fermata di autobus. Se non fosse che nel tragitto dalla tube station alla bus station riesco a perdere la mia student Oyster card con sopra l'ultimo giorno di abbonamento e un paio di pounds. Il giramento di balle quasi mi fa tornare sui miei passi ma poi cambio idea e finisco in una di queste serate in cui si mescolano persone che non si conoscono o quasi ma che hanno in qualche modo un qualche tipo di connessione l'una con l'altra. Torno a casa convinta che io in una delle residenze dell'ospedale, per quanto comode e sicure, non ci vivrei.

Sabato mattina Beata ci prepara pancakes per colazione, poi i tre quinti di 94 Olney Road se ne vanno a fare shopping in Oxford Street e strano a dirsi, io sono l'unica a trovare un paio di jeans che mi piacciono. La stessa formazione, motivata dal sole che splende fin dal mattino (an unbeliveable february) se ne va a fare jogging a Kennington Park. Per concludere la serata con Tina e un pò di SOAS students (almeno 5-6 nazionalità diverse riunite allo stesso tavolo) a un concerto di musica balcanica: sul palco un piccolo pezzo della London Gipsy Orchestra, un mix di uomini vestiti da donna, donne che suonano il trombone, francesi dalla voce seducente, rosse con parrucca azzurra da fata turchina, over fifty con jeans a vita super alta. Oh, e mentre tornavo a casa ho fatto un incontro sulla tube per cui c'era circa una pssibilità su qualche milione che si verificasse, è qualcosa che sembra accadermi spesso in questa città (bimbe, ho incontrato Marco Paoletti, strano no? vi ricorda nulla?).

Domenica si studia, si va al mercato a comprare la frutta e la verdura (i mercati, antropologicamente parlando, sono proprio uguali in tutto il mondo), si guarda Friends, si fa la lavatrice e poi si stira guardando Che Tempo Che Fa. Oggi eccezione alla regola, sono andata a festeggiare il Capodanno Cinese con il solito improbabile gruppo indo-italiota di venerdì. Fuochi d'artificio in Leicester Square, un misto tra il circo e lo Zecchino d'Oro cinese in Trafalgar Square, dolcetti della fortuna a Soho, dragoncini di carta, lanterne rosse e l'immancabile buffet asiatico per la modica cifra di 8.80 £. Tornando a casa trovo le mie coinquiline particolarmente chearful e in vena di pettegolezzi. Le sento dalla mia stanza, sono sempre lì che ridono e cucinano i biscotti. Io le ho abbandonate perchè la mia coscienza mi imponeva di studiare almeno un pò oggi.

Ecco, l'ho voluto raccontare tutto. Forse per scritto suona ancora meglio di quello che è stato in realtà, o forse no. E non tutti sono così piacevoli: il prossimo mi vedo chiusa in casa a studiare. Ma era tanto per dire: mamma come possono cambiare le cose nella vita. E poi sarà divertente rileggerlo tra un pò.
 
posted by Chiara at 00:06 | Permalink | 4 comments
sabato 2 febbraio 2008
I don't care anymore
I don't care anymore what I'm supposed to be. What I'm supposed to do. What is considered normal and what is unusual. I don't mind anymore not to have good explanations to provide. I'm what I am and anyway I always have funny stories to tell, if you give me time and I trust you. It took me around twenty years to accept this and I'm not gonna change my mind, at least in the short run. I guess all this doesn't make any sense and it's just because I had to much wine tonight, but again, I don't mind...
e ora me ne vado a letto perchè in questa stanza fa un freddo assassino.
 
posted by Chiara at 02:12 | Permalink | 0 comments