lunedì 31 marzo 2008
So proud of my sofa-bed
Per dare un senso ad una inutile domenica ieri mi sono convinta che nella mia camera c'era spazio a sufficienza per un divano-letto. Così ho intrapreso una massacrante spedizione by bus all'Ikea per acquistare lo scheletro in legno di un letto futon che quando ripiegato assume le sembianze di un divano un pò scomodo. Dal momento che se non provo a me stessa che sono in grado di fare da sola le cose più assurde non sono contenta, ho giusto pensato di portarmi a casa in spalla i venti chili di listelle di legno che compongono l'oggetto in questione. Anzi, a spalla non è l'esatta descrizione del mezzo di transporto. Trolley per fare la spesa lo è. Dovrei fare un disegno per spiegare come è stato possibile, ma assicuro che nemmeno un pezzo è andato perso nel tragitto.
Avendo raggiunto il grado di soddisfazione desiderato tornando a casa senza aver sfasciato il trolley, ho accettato di buon grado l'aiuto di una delle mie inquiline a montare la cosa. Sessantaquattro viti di gomma sono state dovute martellare (viti che non si avvvitano ma si martellano, giuro che abbiamo seguito le istruzioni) senza l'utilizzo di un martello per arrivare in fondo, ma dopo circa tre ore stavamo orgogliosamente sedute su una grossa panchina di legno. Per completare l'opera oggi ho acquistato due duvet: un mix tra un materasso sottile e una pesante coperta in sintetico.
A questo punto lancio un appello per aiutarmi a dare un senso a una domenica pomeriggio di sudore e fatica, a far si che che questo investimento generi rendimenti, a non lasciare inespressa l'anima di letto per gli ospiti della mia panchina.
 
posted by Chiara at 21:04 | Permalink | 2 comments
sabato 29 marzo 2008
Le bambine dotate di incontenibile immaginazione non hanno vita facile
"The cost of oblivious daydreaming was always this moment of return, the realignment with what had been before and now seemed a little worse. Her reverie, once rich in plausible details, had become a passing silliness before the hard mass of the actual. It is difficult to come back. (...) Briony had lost her godly power of creation, but it was only at this moment of return that the loss became evident; part of a daydream's enticement was the illusion that she was helpless before its logic: forced by international rivalry to compete at the highest level among the world's finest and to accept the challenges that came with pre-eminence in her field - her field of nettle slashing - driven to push beyond her limits to assuage the roaring crowd, and to be the best, and, most importantly, unique. But of course, it had all been her - by her and about her, and now she was back in the world, not one she could make, but the one that had made her, and she felt herself shrinking under the early evening sky. She was weary of being outdoors, but she was not ready to go in. Was that really all there was in life, indoors or out? Wasn't there somewhere else for people to go? (...) In a spirit of mutinous resistance, she climbed the steep grassy slope to the bridge, and when she stood on the driveway,she decided she would stay there and wait until something significant happened to her. This was the challenge she was putting to existence - she would not stir, not for dinner, not even for her mother calling her in. She would simply wait on the bridge, calm and obstinate, until events, real events, not her own fantasies, rose to her challenge, and dispelled her insignificance."

Ian McEwan, Atonement

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posted by Chiara at 22:27 | Permalink | 0 comments
lunedì 24 marzo 2008
God bless English weather
Lo sapevo che andava a finire così. A gennaio e febbraio sembrava di stare in Spagna, piuttosto che a Londra: belle giornate di sole, mai troppo freddo. Adesso nevica. Venerdì mentre ero fuori in bicicletta ha cominciato a grandinare. Ieri è stato nuvoloso e freddo tutto il giorno, quindi tutti i miei programmi da piccola esploratrice della Britannia sono andati a farsi benedire. Ho ripiegato su Spitafield Market e Brick Lane. (In uno dei molti negozi vintage ho sentito un odore che non sentivo da almeno 15 anni: odore di sarta. O almeno, del laboratorio della sarta dove mi portava mia nonna, la sarta che mi cuciva i vestitini a fiori quando avevo sette anni, e che ora mi regala un pigiama ogni singolo Natale. Nel laboratorio c'era un bellissimo pastore maremmano e cumuli di ritagli di stoffa che mi facevano impazzire. Incredibile i ricordi che può risvegliare un odore). Quando sono tornata a casa alle 5 è uscito fuori il sole.
Non me la prendo, lo sapevo che era troppo bello pensare che la primavera fosse già arrivata, anche se in giardino abbiamo i fiori da più di un mese. Guardo film con Audrey Hepburn insieme a Rachael, cucino torta al cioccolato e finisco libri che ho iniziato mesi fa. Basta che non duri ancora a lungo.
 
posted by Chiara at 10:50 | Permalink | 4 comments
martedì 18 marzo 2008
Tree Hugger
The flower said, "I wish I was a tree,"
The tree said, "I wish I could be
A different kind of tree,
The cat wished that it was a bee,
The turtle wished that it could fly
Really high into the sky,
Over rooftops and then dive
Deep into the sea.

And in the sea there is a fish,
A fish that has a secret wish,
A wish to be a big cactus
With a pink flower on it.

(...)

And the rattlesnake said,
"I wish I had hands so
I could hug you like a man."
And then the cactus said,
"Don't you understand,
My skin is covered with sharp spikes
That'll stab you like a thousand knives.
A hug would be nice,
But hug my flower with your eyes."

Kimya Dawson

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posted by Chiara at 00:17 | Permalink | 0 comments
giovedì 13 marzo 2008
Guardatevi dal pedalare controvento
Eccomi, ci sono. Sono sempre qui. Sempre a lottare per avere sempre tutto sotto controllo, dopo dieci giorni pesantucci che mi hanno un po' isolato dal resto del mondo. Un po' di rotelle hanno cominciato a girare nel frattempo, vediamo se il marchingegno si mette in moto davvero o fa solo finta.
Intanto quando torno a casa a fine giornata dall'universita' c'e' ancora luce, e non perche' torno prima, ma perche' inspiegabilmente e' gia' marzo. Unico neo, negli ultimi giorni ha tirato un gran vento e ho sperimentato con disappunto che pedalare controvento ti fa proprio girare le palle. Andando in salita almeno lo sai perche' duri fatica, ma se hai davanti un muro d'aria che non ti fa procedere, non sai nememno con chi o cosa prendertela. Ora che ci penso e' un'ottima metafora del mio stato d'animo un giorno si e uno no...
 
posted by Chiara at 17:02 | Permalink | 1 comments
domenica 9 marzo 2008
If people don't expect a cow, don't give a cow. Give palm wine.
Metti che devi condurre una survey in un villaggio di un West African country. Metti che la survey richiede interviste approfondite ovvero per circa tre mesi bussi alle porte di tutte le famiglie per farti raccontare their own business. All'inizio magari ci si divertono anche, ma dopo un pò cominciano a mandarti a quel paese, solo che tu non lo sai perchè non parli la lingua locale e il tuo traduttore non traduce.
Alla fine ti vuoi sdebitare e ti viene la brillante idea di regalare al villaggio una mucca. Errore imperdonabile (mo' so cazzi tuoi). A parte il fatto che è evidente che non hai capito nulla nè di economia, nè di antropologia, nè di strategie di cooperazione (e ora chi se la ciuccia la mucca? la tengono una settimana a testa in cortile?), hai precluso ogni tua futura possibilità di avere un rapporto vagamente paritario con la gente del villaggio. Donare una mucca a un villaggio che hai usato per una ricerca, oltre che eticamente discutibile, è come regalare una porche al portiere in cambio del favore che ti fa tenendoti la posta che continua ad arrivare al tuo vecchio indirizzo. Se la volta dopo ti presenti con una bottiglia di limoncello fatto in casa, quello ci può rimanere male.
E' successo che qualcuno abbia commesso questo errore e al successivo ritorno al villaggio per un secondo round di ricerche, si sia sentito chiedere in cambio un pagamento sostanzioso. E se le infromazioni che ti mancano sono cruciali per completare la tua ricerca, è probabile che ti tocchi tirare fuori di tasca tua quei soldi. Tra l'altro cosciente che non torneranno indietro sotto forma di "rendimenti futuri", perchè una tesi di dottorato raramente porta gloria, onore e pecunia.
Quindi, se mai vi dovesse capitare di dover ricambiare un favore a qualcuno che ha idee confuse circa il vostro livello di reddito, presentatevi con una bottiglia di vino di palma. Il peggio che vi può succedere è di doverne bere un bicchiere.

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posted by Chiara at 17:12 | Permalink | 0 comments
venerdì 7 marzo 2008
Di serio e di faceto
Avevo in mente un paio di cosette da scrivere stasera. Perplessità sul sushi e la cucina giapponese e un elogio del pesce cucinato come a casa mia. Apprezzamenti sul livello di partecipazione politica degli studenti della SOAS. Considerazioni sulla necessità dei research students di abbondare con l'alcol a stomaco vuoto per potersi rilassare. Due parole su quanto è divertente cantare cuccuruccucù paloma mentre ti fai la rotonda di Elephant&Castle in bicicletta e quanto invece ti girano le scatole quando vedi un gruppo di ragazzini che armeggia col lucchetto della bici che hai legato a un palo dall'altro lato della strada.
Poi sento le notizie alla radio. Un altro attentato a Gerusalemme. Un'altra strage sul lavoro (la notizia è di lunedì, lo so, ma ci faccio mente locale solo ora). Un'altro sciopero delle sete di Pannella (ma và. Mi fa venire in mente una vignetta di Mafalda, ma ora è troppo lungo mettersi a raccontarla). Ho fatto tardi a guardare le notizie su repubblica e manifesto. Vado a letto, tanto stasera è andata così.
 
posted by Chiara at 00:44 | Permalink | 1 comments
mercoledì 5 marzo 2008
Astri incoraggianti
Mi ripeto: non credo nell'astrologia, ma un'oroscopo come quello sotto te la fa prendere bene (by the way, ecco uno dei motivi per cui ho messo il link all'oroscopo di Internazionale):
GEMELLI
"Anche se non pensi di essere un cantastorie, è ora che ti eserciti in quest'arte. Innanzitutto perché le persone che incontrerai avranno bisogno di sentire le avventure che hai affrontato sulla via della redenzione, gli enigmi che hanno alimentato la tua ricerca e i misteri che ti hanno portato al limite della ragione. E poi perché mentre parlerai di quelle avventure, di quegli enigmi e di quei misteri troverai la spinta necessaria per aprirti alla prossima grande impresa della tua vita."
Quasi quasi mi convinco che ho davvero vissuto avventure enigmi e misteri e che vale la pena raccontarli (per quel che riguarda la via della redenzione, confermo di dover ancora chiedere indicazioni al primo passante). A qualcosa bisognerà pur aggrapparsi, la cosa più eccitante che sto scrivendo al momento è sul concetto di Social Overhead Capital in Hirschman e la prossima grande impresa della mia vita sarà lavorare nel Faculty Office della SOAS per convincere gli studenti a fare un Master lì.
 
posted by Chiara at 14:33 | Permalink | 2 comments