mercoledì 19 settembre 2007
It rained, eventually
Alla fine ha piovuto. Intendo seriamente. Da quando sono arrivata avevo visto piovere al massimo per 40 minuti di fila, per il resto un sorprendente sole aveva continuato a presenziare le mie giornate londinesi. Dal momento che, come dice lo spot delle patatine in busta con i 7 nani che coltivano patate e decantano le virtù del suolo britannico, in questo paese piove 151 giorni l'anno, cominciavo a essere seriamente preoccupata: 10 giorni di fila di sole in media implicano 10 giorni di fila di pioggia.
Oggi invece è stata una giornata in pieno british style, con scrosci di pioggia durante tutta la giornata ed un vento freddo bastardo, di quelli che ti entrano sotto i vestiti (soprattutto quando ti ostini a indossare maglioncini di cotone colorato e fuori ci sono 10 gradi). Per fortuna ho potuto godere anche di alcuni dei vantaggi di una giornata british style. Per cominciare visita al Borough Market, un mercato di organic food, sarebbe a dire un mercato in cui vendono cibo vero: formaggio francese e italiano, olive greche, panini con la porchetta, 80 tipi diversi di pane integrale, verdure di stagione e dolci meravigliosi. Bisogna dirlo, se c'è una cosa che gli inglesi sanno fare bene sono i dolci. Mi sono mangiata una fetta di cheescake con caramello e noci pecan e sono entrata in una pasticceria che aveva crostatine con piramidi di frutta fresca sopra o architetture di cioccolata, per non parlare delle enormi meringhe alla lavanda.
La giornata è proseguita con una visita alla British Library, che è un'altra delle cose che gli inglesi sanno fare bene. Qualsiasi pensiero di una qualche validità che sia stato messo per iscritto, loro ce l'hanno o ve lo possono fare avere. Certo se la tirano un pò: i libri si possono solo consultare e non prendere a prestito e la tessera è a scadenza, finchè ne hai reale bisogno tutto ok, poi tanti saluti. Però ti fanno sentire come se tu stessi facendo qualcosa di molto importante e interessante, qualcosa di cui beneficerà il resto dell'umanità e per questo è importante che tu abbia accesso a tutta la conoscenza pregressa nel tuo campo. Inoltre, giusto per riportare la riflessione su cose serie, c'è un magnifico shop in cui vendono le calamite che rappresentano parole, così si possono comporre poesie sul frigo.
Per concludere il mio british style day in degno modo, nn potevo farmi mancare toast, dolcetti, tazze di te e girlish chatting. Insomma, non certo una giornata vissuta pericolosamente, ma sufficiente per farmi piacere il british style of life.
 
posted by Chiara at 21:27 | Permalink | 0 comments
I hate Oxford Street
A meno che non siate affette dalle peggiori forme di shopping compulsivo o non abbiate una irrefrenabile voglia di mescolarvi al resto dell'umanità, Oxford Street è un posto assolutamente da evitare. Non è altro che una lunga strada che collega Tottenham Court Road a Oxford Circus. Se esiste almeno un buon motivo per finire dalle parti di Tottenham (ovvero eravate in giro per le librerie di Charing Cross Road e volete andare a prendere la metro più vicina a Foley's, che è stata l'ultima tappa), lo stesso non si può dire per Oxford Circus. Dicesi Oxford Circus incrocio di dimensioni rilevanti ai cui 4 angoli si trova una uscita dell'omonima fermata della tube, nonchè un negozio di una qualche marca di abbigliamento. Per la strada sfilano bus rossi a due piani, biciclette, cavalli, limousine bianche, risciò trainati da aitanti giovani in bicicletta e turisti votati al suicidio.
Non sono in possesso di stime ufficiali ma posso per esperienza assicurare che se vi fermate per circa 50 minuti ad uno dei suddetti angoli di lunedì pomeriggio vedrete sfilare approssimatamente 1986 persone (le ho contate). Che se sei Oliviero Toscani e devi fare una foto per Benettone con un pò di gioventù multicoloured può anche rivelarsi un luogo di una certa utilità, ma per tutti gli altri merita di finire nella lista dei posti in cui portare un ospite sgradito (quindi chi viene a trovarmi è avvertito...). Se poi piove e tutti hanno l'ombrello aperto si può azzardare una analogia con l'inferno dantesco e la legge del contrappasso: tipo se nella tua vita hai partecipato a assedi a Zara, corse al primo giorno di saldi, maratone di shopping on a budget, e più volte hai fregato sotto al naso l'ultimo maglioncino di cashmire rimasto in negozio alla ragazza che se lo era appena provato con la scusa che a te stava meglio, ecco, allora meriti di passare la vita dell'aldilà in mezzo a Oxford Street a contare quante persone entrano ed escono dalla metropolitana e a tentare di classificarle per paese di origine.
 
posted by Chiara at 13:50 | Permalink | 0 comments
lunedì 17 settembre 2007
London Calling
"London calling, yeah, I was there, too
An' you know what they said? Well, some of it was true!

London calling at the top of the dial

After all this, won't you give me a smile?
"
The Clash

Poichè non si può cambiare la propria natura o pretendere di essere diversi da ciò che si è, anche la partenza e l'arrivo a Londra sono stati resi più eccitanti dalla serie di sventure (sfighe fantozziane) che sono solite capitarmi nei momenti più inopportuni. Tipo ritrovarsi il pomeriggio prima di partire a vagare per Firenze Nord alla ricerca di uno scatolone delle giuste dimensioni per essere spedito ad un prezzo accettabile, perchè quello che avevo precedentemente comprato non andava bene e il corriere aveva terminato i suoi. Oppure scoprire che l'11 Settembre la biglietteria automatica della stazione dei treni Stansted-Londra Centro ha deciso di andare in tilt e quindi non riconosce il codice del biglietto che ho acquistato online, ed anche essere informata da una bigliettaia in carne ed ossa che non mi può consegnare il mio biglietto se io in cambio non le presento la ricevuta dell'acquisto che ho ricevuto per email. Ovviamente ero sprovvista di tale ricevuta, poichè essa era stata gentilmente stampata da mio fratello, che poi si era però dimenticato di consegnarmela. Quindi, mi è toccato acquistare un nuovo biglietto per la modica somma di 15 sterline. La perla è stata infine quella di vedersi risputare la carta di credito da molteplici cash machines, nonchè dalle cassiere di un paio di supermercati. Evento più unico che raro, mi si deve essere smagnetizzata la carta di credito e ci vogliono almeno 3 settimane per averne una nuova.
Nonostante questi (in fin dei conti piccoli) incidenti di percorso, sono arrivata tutta intera e lo stesso il pacco che ho spedito col corriere, ho un tetto sopra la testa, ho già cucinato pasta a pomodoro e crostata ma sono anche già addicted a toast con burro salato e tazze di tè, ho scoperto quanto è bello il River Thames di sera, ho sperimentato che il mio quartiere è popolato di volpi e scoiattoli e in definitiva ho deciso di dare a questa città una seconda opportunità di adottarmi per un pò.

 
posted by Chiara at 22:28 | Permalink | 1 comments